Fasi del Programma
Inseminazione
Alla persona accolta è richiesta piena fiducia ed accettazione delle proposte che si offrono, senza polemizzare, discutere o ribattere a ciò che si presenta, soltanto come "prova", per verificare l'oggettività delle "motivazioni" che lo hanno indotto a rivolgersi alla Comunità.
In questo breve periodo si richiede "il silenzio dell'attesa", indicato per combattere ogni forma di “frettolosità” tipica del tossicodipendente.
Metaforicamente è proprio la condizione del "seme", calato nella "nuova terra" della comunità che "spera", "desidera" la propria apertura, accettando la propria "morte", necessaria alla "nuova nascita"; infatti, "se il seme non muore non porta frutto".
La fiducia nell'attesa è riposta nei suoi "coltivatori", ossia i responsabili di gruppo, gli educatori, i volontari e in tutto ciò che è stato concepito come aiuto alla crescita della Comunità intera.
Germoglio
Si richiede, alla persona accolta, di lasciare che affiorino i propri problemi senza "spaventarsene" e "fuggire".
Cominciare a "farsi conoscere" dagli altri senza timore di mostrare le proprie debolezze calando le "maschere", attraverso la comunicazione dei propri pensieri e sentimenti, confrontandosi in Verità e Semplicità. In questa fase è possibile misurarsi con il proprio senso di responsabilità svolgendo attività di gruppo che richiedono maggiore impegno e attenzione, soprattutto con i compagni di gruppo con minor tempo di permanenza in Comunità.
Crescita
In questa fase si punta a far emergere, in maniera evidente, padronanza e spirito di sacrificio nel servizio a se stesso e agli altri.
Ci si dovrà misurare con le difficoltà del vivere da "adulti" e non più da "bambini".
Gli esercizi e i compiti richiesti, in questo periodo, mireranno a favorire consapevolezza e senso del proprio -SE'-, imparando:
● a superare il problema della "fuga dal dolore";
● a vivere non più dipendenti dalle "emozioni immediate", cariche di novità, troppo somiglianti alla "vecchia ed assolutizzata" ricerca di "calore" (trovate nell'esperienza del buco).
Scoprendo, così, nuove forme di vissuto nella quotidianità, accettandone con pazienza la "ripetitività" e l'apparente "mancanza di novità", ed individuando contenuti più profondi e legati al rapporto con l'Assoluto in cui crede e da cui attinge energia sufficiente nel rapporto con i valori umani e spirituali.
Decisione per l'esistenza
E' la fase in cui l'ospite si allena, ancora più profondamente, a vivere la vita come un "cammino nel deserto", dove la fatica si fa sentire di più e dove è richiesto almeno il doppio dell'impegno. Gli esercizi ed i "digiuni" psicologici, spirituali e morali caratterizzano l'intensità di quest’importantissima fase.
E' l'ultima tappa prima del "tuffo finale" nel "mare aperto della vita". L'accolto è aiutato nella concentrazione e nella meditazione, favorendo la condizione del "silenzio", per favorire il proprio "ascolto". In questo periodo scrive il suo "contratto con la vita", elencando ciò di cui si sente ancora schiavo; e ciò che sente di aver maturato dentro di sé. In questo modo sperimenta "l'arte dell'essenzialità".
I frutti
E' l'ultima fase.
L'accolto, ormai responsabile di gruppo o di settori particolari, diventa Testimone per gli altri, riappropriandosi della propria capacità di amare. In questa fase si vedrà chiaramente se la "decisione per l'esistenza" è stata realmente presa sul serio o se la persona continua a "prendersi in giro", (in questo caso può essere chiesto all'accolto un periodo di riflessione, magari ritornando alla fase precedente).
Invece, se questa fase è superata secondo le indicazioni proposte, si procede all'incontro finale con i propri familiari, per concertare piani e date per il rientro in famiglia.
Inseminazione
Alla persona accolta è richiesta piena fiducia ed accettazione delle proposte che si offrono, senza polemizzare, discutere o ribattere a ciò che si presenta, soltanto come "prova", per verificare l'oggettività delle "motivazioni" che lo hanno indotto a rivolgersi alla Comunità.
In questo breve periodo si richiede "il silenzio dell'attesa", indicato per combattere ogni forma di “frettolosità” tipica del tossicodipendente.
Metaforicamente è proprio la condizione del "seme", calato nella "nuova terra" della comunità che "spera", "desidera" la propria apertura, accettando la propria "morte", necessaria alla "nuova nascita"; infatti, "se il seme non muore non porta frutto".
La fiducia nell'attesa è riposta nei suoi "coltivatori", ossia i responsabili di gruppo, gli educatori, i volontari e in tutto ciò che è stato concepito come aiuto alla crescita della Comunità intera.
Germoglio
Si richiede, alla persona accolta, di lasciare che affiorino i propri problemi senza "spaventarsene" e "fuggire".
Cominciare a "farsi conoscere" dagli altri senza timore di mostrare le proprie debolezze calando le "maschere", attraverso la comunicazione dei propri pensieri e sentimenti, confrontandosi in Verità e Semplicità. In questa fase è possibile misurarsi con il proprio senso di responsabilità svolgendo attività di gruppo che richiedono maggiore impegno e attenzione, soprattutto con i compagni di gruppo con minor tempo di permanenza in Comunità.
Crescita
In questa fase si punta a far emergere, in maniera evidente, padronanza e spirito di sacrificio nel servizio a se stesso e agli altri.
Ci si dovrà misurare con le difficoltà del vivere da "adulti" e non più da "bambini".
Gli esercizi e i compiti richiesti, in questo periodo, mireranno a favorire consapevolezza e senso del proprio -SE'-, imparando:
● a superare il problema della "fuga dal dolore";
● a vivere non più dipendenti dalle "emozioni immediate", cariche di novità, troppo somiglianti alla "vecchia ed assolutizzata" ricerca di "calore" (trovate nell'esperienza del buco).
Scoprendo, così, nuove forme di vissuto nella quotidianità, accettandone con pazienza la "ripetitività" e l'apparente "mancanza di novità", ed individuando contenuti più profondi e legati al rapporto con l'Assoluto in cui crede e da cui attinge energia sufficiente nel rapporto con i valori umani e spirituali.
Decisione per l'esistenza
E' la fase in cui l'ospite si allena, ancora più profondamente, a vivere la vita come un "cammino nel deserto", dove la fatica si fa sentire di più e dove è richiesto almeno il doppio dell'impegno. Gli esercizi ed i "digiuni" psicologici, spirituali e morali caratterizzano l'intensità di quest’importantissima fase.
E' l'ultima tappa prima del "tuffo finale" nel "mare aperto della vita". L'accolto è aiutato nella concentrazione e nella meditazione, favorendo la condizione del "silenzio", per favorire il proprio "ascolto". In questo periodo scrive il suo "contratto con la vita", elencando ciò di cui si sente ancora schiavo; e ciò che sente di aver maturato dentro di sé. In questo modo sperimenta "l'arte dell'essenzialità".
I frutti
E' l'ultima fase.
L'accolto, ormai responsabile di gruppo o di settori particolari, diventa Testimone per gli altri, riappropriandosi della propria capacità di amare. In questa fase si vedrà chiaramente se la "decisione per l'esistenza" è stata realmente presa sul serio o se la persona continua a "prendersi in giro", (in questo caso può essere chiesto all'accolto un periodo di riflessione, magari ritornando alla fase precedente).
Invece, se questa fase è superata secondo le indicazioni proposte, si procede all'incontro finale con i propri familiari, per concertare piani e date per il rientro in famiglia.
Articolazione del Programma
01
Preliminare
Il momento della richiesta d’aiuto è fondamentale per iniziare a strutturare la messa in atto di un efficace sistema di cura. La richiesta può pervenire attraverso i servizi di riferimento oppure dal diretto interessato e/o dai familiari e/o dall’avvocato di fiducia. In ogni caso, preliminarmente all’ingresso, in considerazione del parere favorevole dei referenti del Ser.D. d’appartenenza, vengono raccolte le informazioni, si effettua una prima anamnesi, con il consenso dell’interessato, anche reperendo relazioni e valutazioni pregresse, per poter condividere il programma personalizzato sulla base delle caratteristiche del paziente, dei suoi bisogni, del suo contesto sociale e dei risultati che ci si propone di ottenere. Vengono effettuati colloqui conoscitivi e, qualora possibile, si effettua un colloquio presso la struttura con l’interessato e con i familiari. Presa visione del progetto e regolamento interno, viene recepito il consenso dell’interessato per cui si può procedere all’ingresso.
02
Inserimento
Al momento dell’ingresso l’accolto è preso in carico globalmente dall’organizzazione della comunità secondo le modalità bio-psico-sociali, come previsto dalla mission, dal programma e dal regolamento comunitario. Completato l’assessment, che permetta di assicurare l’assistenza sanitaria continua e terapeutica necessaria, il nuovo ospite viene coinvolto nella gestione della quotidianità, accompagnato dal gruppo, incoraggiando la partecipazione alla vita della comunità.
03
Trattamento
Il trattamento terapeutico, come previsto da programma comunitario e articolato da programma individualizzato, ha come obiettivo generale il miglioramento della qualità della vita e il superamento delle condizioni di uso/abuso di sostanze stupefacenti e/o psicotrope. Nelle varie fasi di trattamento la quotidianità è considerata come elemento specifico della terapia di comunità, ogni giorno vengono praticate diverse attività con il fine di un “fare insieme progettuale”. La quotidianità è volta alla creazione di uno spazio di vita e di cura e gli operatori sono impegnati a sostenere gli ospiti come membri attivi del gruppo. Gli operatori, secondo le specifiche funzioni, aiutano lo svolgimento delle attività, dei ritmi e degli orari che scandiscono i momenti di riposo e di attività in un’alternanza che rispetti i bisogni degli ospiti favorendone un coinvolgimento più attivo. La comunità è un contesto nel quale gli ospiti, affiancati dagli operatori, sono stimolati a lavorare su di Se per il raggiungimento dell’autonomia personale nella cura di sé e gestione delle risorse personali, volte all’apprendimento ed al mantenimento di competenze e regole miranti a valorizzare la persona umana e a modificare il modo di vivere nel contesto socio-familiare, ad acquisire o ri-acquisire competenze che potenzialmente influiranno sulla qualità della vita; le capacità di autodeterminazione e organizzativa attraverso la responsabilizzazione della cura del proprio spazio di vita, per cui ogni mattina si tiene una riunione organizzativa di programmazione delle diverse attività quotidiane in modo che in maniera coordinata possa mettersi in atto un concreto percorso di progressiva autonomia.
04
Reinserimento e Dimissioni
La fase di reinserimento rappresenta un momento cruciale nella vita dell’accolto. Raggiunti gli obiettivi step by step prefissati nelle vari fasi del programma terapeutico, è giunto il momento per l’accolto del rientro nel proprio ambiente d’appartenenza. In sinergia con la rete dei servizi che hanno in carico l’accolto, verificando l’andamento secondo il progetto individualizzato, avviene gradualmente la separazione dal contesto comunitario. In questa fase si accompagna l’accolto per raggiungere una buona integrazione anche nel contesto lavorativo. Dopo un periodo di sperimentazione che costituisce la fase di pre-rientro, condivisa la verifica del raggiungimento degli obiettivi fissati si può considerare concluso il percorso terapeutico e definire una data per il rilascio del documento di “fine cammino”. Qualora l’accolto è sottoposto a misure giuridiche la tempistica dell’attuazione di questa fase è determinata dall’Autorità giudiziaria, per tale motivo viene attivato iter burocratico al fine dell’ottenimento delle autorizzazioni per la messa in atto del progetto.
01
Preliminare
Il momento della richiesta d’aiuto è fondamentale per iniziare a strutturare la messa in atto di un efficace sistema di cura. La richiesta può pervenire attraverso i servizi di riferimento oppure dal diretto interessato e/o dai familiari e/o dall’avvocato di fiducia. In ogni caso, preliminarmente all’ingresso, in considerazione del parere favorevole dei referenti del Ser.D. d’appartenenza, vengono raccolte le informazioni, si effettua una prima anamnesi, con il consenso dell’interessato, anche reperendo relazioni e valutazioni pregresse, per poter condividere il programma personalizzato sulla base delle caratteristiche del paziente, dei suoi bisogni, del suo contesto sociale e dei risultati che ci si propone di ottenere. Vengono effettuati colloqui conoscitivi e, qualora possibile, si effettua un colloquio presso la struttura con l’interessato e con i familiari. Presa visione del progetto e regolamento interno, viene recepito il consenso dell’interessato per cui si può procedere all’ingresso.
02
Inserimento
Al momento dell’ingresso l’accolto è preso in carico globalmente dall’organizzazione della comunità secondo le modalità bio-psico-sociali, come previsto dalla mission, dal programma e dal regolamento comunitario. Completato l’assessment, che permetta di assicurare l’assistenza sanitaria continua e terapeutica necessaria, il nuovo ospite viene coinvolto nella gestione della quotidianità, accompagnato dal gruppo, incoraggiando la partecipazione alla vita della comunità.
03
Trattamento
Il trattamento terapeutico, come previsto da programma comunitario e articolato da programma individualizzato, ha come obiettivo generale il miglioramento della qualità della vita e il superamento delle condizioni di uso/abuso di sostanze stupefacenti e/o psicotrope. Nelle varie fasi di trattamento la quotidianità è considerata come elemento specifico della terapia di comunità, ogni giorno vengono praticate diverse attività con il fine di un “fare insieme progettuale”. La quotidianità è volta alla creazione di uno spazio di vita e di cura e gli operatori sono impegnati a sostenere gli ospiti come membri attivi del gruppo. Gli operatori, secondo le specifiche funzioni, aiutano lo svolgimento delle attività, dei ritmi e degli orari che scandiscono i momenti di riposo e di attività in un’alternanza che rispetti i bisogni degli ospiti favorendone un coinvolgimento più attivo. La comunità è un contesto nel quale gli ospiti, affiancati dagli operatori, sono stimolati a lavorare su di Se per il raggiungimento dell’autonomia personale nella cura di sé e gestione delle risorse personali, volte all’apprendimento ed al mantenimento di competenze e regole miranti a valorizzare la persona umana e a modificare il modo di vivere nel contesto socio-familiare, ad acquisire o ri-acquisire competenze che potenzialmente influiranno sulla qualità della vita; le capacità di autodeterminazione e organizzativa attraverso la responsabilizzazione della cura del proprio spazio di vita, per cui ogni mattina si tiene una riunione organizzativa di programmazione delle diverse attività quotidiane in modo che in maniera coordinata possa mettersi in atto un concreto percorso di progressiva autonomia.
04
Reinserimento e Dimissioni
La fase di reinserimento rappresenta un momento cruciale nella vita dell’accolto. Raggiunti gli obiettivi step by step prefissati nelle vari fasi del programma terapeutico, è giunto il momento per l’accolto del rientro nel proprio ambiente d’appartenenza. In sinergia con la rete dei servizi che hanno in carico l’accolto, verificando l’andamento secondo il progetto individualizzato, avviene gradualmente la separazione dal contesto comunitario. In questa fase si accompagna l’accolto per raggiungere una buona integrazione anche nel contesto lavorativo. Dopo un periodo di sperimentazione che costituisce la fase di pre-rientro, condivisa la verifica del raggiungimento degli obiettivi fissati si può considerare concluso il percorso terapeutico e definire una data per il rilascio del documento di “fine cammino”. Qualora l’accolto è sottoposto a misure giuridiche la tempistica dell’attuazione di questa fase è determinata dall’Autorità giudiziaria, per tale motivo viene attivato iter burocratico al fine dell’ottenimento delle autorizzazioni per la messa in atto del progetto.